Ansia
L’ansia è una reazione naturale del nostro corpo, una sorta di campanello d’allarme che ci avvisa di un possibile pericolo. La scienza la descrive come una “preoccupazione per qualcosa che potrebbe andare storto in futuro, accompagnata da sensazioni di disagio e tensione fisica” (American Psychiatric Association, 1994; 2013). Tuttavia, non sempre l’ansia è negativa. Pensiamola come una spinta che ci tiene vigili e pronti ad affrontare situazioni impegnative. Ad esempio, prima di un esame o di una presentazione importante, un po’ di ansia può aiutarci a concentrarci e a dare il meglio di noi stessi. Quando, però, l’ansia diventa troppo intensa o costante, può trasformarsi in un problema che ostacola la nostra vita quotidiana.
Esistono due tipi principali di ansia:
-Ansia normale: quella utile e funzionale che ci aiuta a reagire alle sfide e ci spinge a prepararci meglio.
-Ansia patologica: quando l’ansia diventa eccessiva, ci paralizza invece di aiutarci e spesso ci lascia con una sensazione di disagio continuo.
Quando proviamo ansia, il nostro corpo e la nostra mente reagiscono insieme:
-Fisicamente, possiamo sentire il cuore battere più velocemente, il respiro affannoso e i muscoli irrigidirsi. Sono segnali del nostro sistema nervoso, che si prepara ad affrontare una possibile minaccia.
-Mentalmente, invece, ci sentiamo preoccupati, in allerta e magari ci convinciamo di non essere in grado di gestire la situazione.
Anche se paura e ansia possono sembrare simili, c’è una grande differenza tra le due. La paura è una risposta a un pericolo concreto e immediato, come vedere un’auto che si avvicina troppo velocemente. L’ansia, invece, nasce da una minaccia più vaga o incerta, come la paura di fallire in qualcosa o di affrontare un evento negativo che potrebbe accadere. Con l’ansia, spesso ci sentiamo impotenti, come se non avessimo il controllo della situazione. Questo senso di vulnerabilità può renderci ancora più agitati e creare un circolo vizioso. Un aspetto importante è la “preoccupazione per il futuro”, quella che i ricercatori chiamano worry. È quel rimuginare continuo su cosa potrebbe andare storto, che spesso ci impedisce di goderci il momento presente.
L’ansia non riguarda solo ciò che proviamo, ma anche il modo in cui pensiamo. A volte, senza accorgercene, il nostro cervello adotta dei “trucchi” che però finiscono per peggiorare la situazione. Alcuni esempi includono:
-Ricordare solo le cose negative: quando siamo ansiosi, tendiamo a focalizzarci su ricordi spiacevoli o esperienze passate negative.
-Aspettarsi sempre il peggio: di fronte a una situazione ambigua, spesso pensiamo subito allo scenario più negativo.
-Sopravvalutare i rischi: ci convinciamo che un evento negativo sia molto più probabile o dannoso di quanto realmente sia.
–Concentrarsi solo sui segnali di pericolo: anche in situazioni normali, ci sembra di vedere solo aspetti negativi o minacciosi.
Questi modi di pensare, detti bias cognitivi, possono trasformare piccoli problemi in grandi difficoltà, creando un circolo vizioso che rafforza la nostra ansia.
L’ansia può presentarsi in molteplici forme e variare significativamente da persona a persona. Secondo il DSM V, il manuale usato dagli esperti per classificare i disturbi mentali, esistono diversi tipi di disturbi d’ansia:
-Ansia da separazione: paura intensa di stare lontano dalle persone care, accompagnata da timori esagerati su cosa potrebbe accadere a loro o a noi.
-Mutismo selettivo: difficoltà a parlare in situazioni sociali, anche quando si vorrebbe.
-Fobie specifiche: paura eccessiva e irrazionale di oggetti o situazioni particolari, come ragni, altezze o spazi chiusi.
-Ansia sociale: timore marcato di essere giudicati o valutati negativamente dagli altri, che può portare ad evitare situazioni sociali.
-Disturbo di panico: attacchi improvvisi di paura intensa, accompagnati da sintomi fisici come palpitazioni o difficoltà a respirare.
-Agorafobia: paura di trovarsi in luoghi o situazioni dai quali potrebbe essere difficile scappare, come folle o spazi chiusi.
-Ansia generalizzata: preoccupazione costante e sproporzionata su questioni quotidiane, che può essere difficile da controllare.
-Ansia legata a sostanze o farmaci: causata dall’assunzione o sospensione di droghe o medicinali.
-Ansia dovuta a una condizione medica: legata a problemi di salute specifici.
-Disturbi con altre specificazioni: forme di ansia che non rientrano perfettamente in una delle categorie precedenti, ma che sono comunque significative.
L’ansia è una parte naturale della vita e, in piccole dosi, può essere utile. Tuttavia, quando diventa eccessiva, può interferire con il nostro benessere e richiedere attenzione. Conoscere meglio l’ansia e i suoi effetti può aiutarci a capire quando è il momento di cercare supporto e come affrontarla in modo efficace.
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è considerata il trattamento psicologico più efficace per i disturbi d’ansia, grazie alla sua base scientifica e alla possibilità di adattare le tecniche specifiche al tipo di disturbo.
La CBT si focalizza principalmente su:
- Modificare i pensieri disfunzionali: la CBT aiuta a identificare gli errori cognitivi (bias) o pensieri distorti che alimentano l’ansia, come il catastrofismo, l’ipergeneralizzazione e l’autocritica. Attraverso tecniche come la ristrutturazione cognitiva, questi pensieri vengono analizzati e messi in discussione.
- Ridurre i comportamenti di evitamento: molti disturbi d’ansia si mantengono nel tempo a causa di comportamenti di evitamento, che a breve termine portano ad una diminuzione dei sintomi, ma a lungo termine impediscono di affrontare e superare le paure. La CBT incoraggia l’esposizione graduale a situazioni temute per ridurre la sensibilità.
- Gestire i sintomi fisici: tecniche di rilassamento e di respirazione vengono utilizzate per gestire i sintomi fisici dell’ansia, come il respiro corto o la tachicardia; se opportuno, è possibile attuare un’esposizione alle sensazioni fisiche, in modo tale che il paziente riesca a tollerare sensazioni spiacevoli senza temerle.
- Incrementare l’autoefficacia: lavorando su compiti graduali e strategie di problem-solving, la CBT aiuta a rafforzare la fiducia nella propria capacità di affrontare situazioni difficili.